Le Origini
La nuova veste conserva la base della precedente evolvendosi però con due tipologie di modelli prodotti: quelli assemblati a fantasia dei detenuti con ingredienti completamente nuovi e quelli che esaltano il concetto di riciclo di oggetti e recupero di persone: biciclette nate da pezzi nuovi e colorati montati su un telaio ex rottame opportunamente sverniciato e ridipinto. L'Etica incontra l'Estetica. Le bici, anche grazie a una campagna pubblicitaria sensazionale e a una presentazione sfavillante in Palazzo Vecchio, ottengono rapidamente notorietà anche e soprattutto al di fuori dai confini territoriali, tanto che la realizzazione di un merchandising fatto di t-shirts, felpe, borracce e accessori (non ultimo il telo mare) si rende quasi "necessaria". I modelli Piedelibero vengono esposti e ospitati da Milano a Roma, da Bologna a Livorno, fino a Bruxelles. Ne vengono realizzati alcuni assolutamente irripetibili, come quello interamente ricoperto di vetri di Murano ad opera dell'artista internazionale Maurizio Molin o quello fosforescente al buio. Il progetto raggiunge una diffusione mediatica importante grazie ad alcune trasmissioni televisive e a pubblicazioni sulle maggiori testate giornalistiche nazionali, finendo perfino sulla rivista ufficiale dell'alta velocità ferroviaria. Nel frattempo la Cooperativa Ulisse si riunisce a Arca Cooperativa Sociale di Firenze (che nel 1998 l'aveva fondata). Piedelibero va avanti in una casa nuova, più grande e diffusa. |
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